24 ottobre: la Giornata mondiale della poliomielite

Il 24 ottobre di ogni anno è un’occasione fondamentale per ricordare gli sforzi di tutti gli attori del sistema sanitario a livello nazionale e globale nel contrastare la poliomielite, una patologia ad elevato tasso di mortalità, che colpisce soprattutto i bambini sotto i 5 anni.

Non esistono cure per la poliomielite, se non trattamenti sintomatici per minimizzare in parte gli effetti della malattia. L’unica strada per evitare potenziali conseguenze è la prevenzione, attuata mediante la vaccinazione.

L’evoluzione epidemiologica e gli sforzi per contrastare la patologia

Il 24 ottobre di ogni anno è un’occasione fondamentale per ricLa poliomielite è stata registrata per la prima volta in forma epidemica nell’Europa di inizio XIX secolo e poco dopo negli Stati Uniti. Solo nel nostro Paese a metà degli anni ’50, si registrarono oltre 8 mila casi mentre nel 1988 la malattia paralizzava dieci bambini ogni 15 minuti in quasi tutti i paesi del mondo.

Lo sviluppo della vaccinazione antipolio negli anni '50 e '60 ha rappresentato un punto di svolta per iniziare a controllare la trasmissione e ridurre il peso della malattia. L’impatto dell’immunizzazione è stato immediato anche se sono rimaste delle disparità geografiche per diversi anni.

Nel 1988 poi l’Organizzazione Mondiale della Sanità è entrata a far parte dell'Iniziativa Globale per l'Eradicazione della Polio (Global Polio Eradication Initiative - GPEI), nata per coordinare le azioni interdisciplinari a livello globale, regionale e nazionale per l'eradicazione del poliovirus.

Grazie agli sforzi di prevenzione e sorveglianza, i casi di poliovirus selvaggio sono drasticamente diminuiti dal 1988 con circa 350.000 casi stimati in oltre 125 paesi endemici a 6 casi segnalati in soli 2 paesi endemici nel 2021. Nel nostro paese la vaccinazione antipolio è obbligatoria dal 1966 e l’ultimo caso endemico di poliomielite si è verificato nel 1982.

L’Europa è stata dichiarata libera dalla poliomielite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2002, mentre nell’agosto del 2020, anche la regione africana dell'OMS è stata finalmente certificata polio-free.

Ad oggi, inoltre, grazie alle campagne di vaccinazione e ai sistemi di sorveglianza, pochi casi di polio sono riportati nel mondo, in particolare in Afghanistan e Pakistan (Paesi ancora endemici).

L’attuale strategia e le sfide ancora aperte

INonostante questi risultati, risulta indispensabile mantenere alte le coperture vaccinali per il potenziale rischio di re-introduzione della malattia.

A questo proposito, l’OMS nel 2024 ha deciso che la polio debba rimanere un’emergenza di sanità pubblica, a causa del continuo rischio di diffusione internazionale in particolare dei poliovirus derivati da vaccini circolanti (cVDPV) e poliovirus selvaggio tipo 1 (WPV1).

L’attuale strategia del GPEI – con orizzonte temporale al 2026, recentemente estesa al 2029 – mira, infatti, a un duplice obiettivo:

  • interrompere in modo permanente la trasmissione del WPV1 nei Paesi endemici
  • interrompere la trasmissione del cVDPV e prevenire i focolai nei Paesi non endemici
L’impegno di Sanofi

Sanofi è costantemente impegnata per garantire un’azione efficace in termini di prevenzione, attraverso la fornitura di 2.4 miliardi di dosi nel mondo, come vaccini IPV monovalenti o in combinazione, anche attraverso la collaborazione con GAVI, l’Allenza per i Vaccini.

Inoltre, a giugno, Sanofi ha siglato con Biovac, azienda biofarmaceutica con sede a Città del Capo, in Sudafrica, una partnership per la produzione di vaccini antipolio inattivati (IPV) in Africa.

L'accordo è volto a consentire la produzione regionale di vaccini antipolio per soddisfare le potenziali esigenze di oltre 40 Paesi africani.

Questa partnership con Sanofi fa di Biovac il primo produttore africano di IPV nel e per il continente africano e sostiene l'ambizione dei Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie di avere il 60% dei vaccini locali prodotti in Africa entro il 2040.

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