L'INFLUENZA AUTUNNALE È SEMPRE INFLUENZA?
I virus influenzali, in Italia, iniziano a colpire in autunno, ma le sindromi influenzali possono manifestarsi già a fine estate, complici gli sbalzi termici.
L’autunno ogni anno porta con sé i primi malanni stagionali e non è raro rientrare dalle vacanze con sintomi come tosse, mal di gola, febbre e spossatezza. Spesso questi disturbi vengono attribuiti all'influenza, ma non è sempre così. Oltre ai veri e propri virus influenzali, altri agenti infettivi sono infatti in grado di provocare infezioni respiratorie simili alla classica influenza.
Come nel resto d'Europa, anche in Italia l'influenza si presenta con epidemie annuali e colpisce in media l’8% della popolazione, soprattutto bambini e anziani. Prevedere l’esatto andamento annuale dell’influenza è impossibile perché i virus che la provocano (genere Orthomixovirus) si diffondono con tempistiche, gravità e durata variabili da un anno all’altro. Tuttavia, nel nostro Paese, l'attività dei virus influenzali inizia tipicamente in autunno con un picco durante l’inverno (generalmente all’inizio di febbraio), quindi tende a ridursi fino a esaurirsi in primavera e in estate. Nonostante l’incidenza sia trascurabile nei mesi estivi, alcuni casi isolati di influenza possono comunque verificarsi in periodi al di fuori della cosiddetta “stagione influenzale”.
Ad oggi non abbiamo una spiegazione esauriente per questa stagionalità, ma sembra che l’attività dei virus sia influenzata dalle condizioni ambientali, come temperatura e irradiazione solare, che possono modificare i comportamenti umani (maggiore tempo speso al chiuso, minori livelli di vitamina D immagazzinati dall’organismo ecc.) e l’attività delle particelle virali. Sappiamo che, a causa degli sbalzi termici e della riduzione delle temperature tipiche della fine dell’estate, il nostro organismo diviene più esposto alle malattie e alle infezioni respiratorie. Inoltre, all’inizio dell’autunno, l’attività dei contagiosi virus influenzali aumenta e così inizia la stagione influenzale vera e propria. Nello stesso periodo, poi, si rientra a scuola o al lavoro: si ricomincia così a passare un tempo maggiore negli ambienti chiusi, molto frequentati e spesso poco areati, come possono essere scuole e uffici, e aumenta la possibilità di contrarre i contagiosi virus influenzali, “risvegliatisi” durante l’autunno. I virus dell’influenza, infatti, si trasmettono principalmente per via aerea, attraverso le gocce di saliva di chi starnutisce o tossisce, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni: vivere a stretto contatto con persone che sono infette facilita la trasmissione della malattia.
I sintomi che caratterizzano l’influenza sono sempre gli stessi, anche se ogni anno cambiano le caratteristiche antigeniche dei virus circolanti. In attesa che questa infezione respiratoria mieta le sue prime “vittime” con l’arrivo della stagione fredda, capita però spesso di andare in contro a sindromi respiratorie parainfluenzali che si manifestano con disturbi simili, che comprendono:
- spossatezza
- naso chiuso
- mal di gola
- dolori
- febbre
- brividi
- malessere generale.
I disturbi da raffreddamento simil-influenzali possono essere determinati, nei casi più blandi, dai virus che causano il raffreddore comune, come i rhinovirus, oppure da altri agenti infettivi che possono causare sindromi più gravi. Tra quest’ultimi spiccano i virus che appartengono alla famiglia dei Paramixovirus, tra cui il Virus Respiratorio Sinciziale (RSV), del genere Pneumovirus e i virus della parainfluenza (PIV), classificati in quattro tipi. Il raffreddore comune, diversamente dall’influenza, si può presentare anche in primavera e in estate. I sintomi caratteristici, che iniziano due o tre giorni dopo l’infezione, sono l’ostruzione delle vie respiratorie, il naso che cola, gli starnuti, il mal di gola, la tosse e il mal di testa, mentre la febbre di solito è assente o molto bassa. Talvolta, il raffreddore si complica tuttavia con sovrainfezioni batteriche: in questi casi la febbre può salire, si possono avere attacchi di sinusite e tosse con catarro. L’influenza e le sindromi causate dai virus della parainfluenza hanno più aspetti in comune e può risultare difficile distinguerle, anche se in genere la prima è caratterizzata da un carico di disturbi maggiore, oltre ad avere la tipica stagionalità. I virus parainfluenzali sono associati a malattie del tratto respiratorio superiore e inferiore nei bambini e negli adulti e lo spettro della malattia include tipicamente otite media, faringite, congiuntivite, laringotracheite, tracheobronchite e, più di rado, polmonite. L’influenza vera e propria si presenta con una caratteristica triade di sintomi. Essa è infatti contraddistinta dalla contemporanea presenza di febbre abbastanza elevata e improvvisa (in genere sopra i 38°C), un sintomo respiratorio (tosse, raffreddore, mal di gola) e un sintomo sistemico (dolori muscolari o articolari, mal di testa, stanchezza). Diversamente, nelle frequenti infezioni respiratorie causate dai virus della parainfluenza questi tre sintomi non sono presenti insieme, ma piuttosto possono esserci dei “binomi”, per esempio febbre con disturbi respiratori, febbre con sintomi sistemici o ancora sintomi sistemici insieme a sintomi respiratori senza febbre. Influenza e sindromi respiratorie hanno in genere un epilogo diverso. I tempi medi di recupero in caso di raffreddore comune sono di una settimana, anche se a volte possono sfiorare le due settimane. Sia l’influenza sia le forme parainfluenzali tendono in genere a risolversi nell’arco di tre o quattro giorni con le opportune cure. Tuttavia, l’influenza, diversamente dalle forme parainfluenzali che una volta debellate non danno più segno di sé, tende spesso a lasciare uno strascico, ovvero una sensazione di debolezza che può durare anche una decina di giorni dopo la scomparsa dei sintomi.
Se siamo a letto con i sintomi dell’influenza autunnale o di altre sindromi da raffreddamento, possiamo controllare alcuni disturbi e sostenere l’organismo nella lotta all’infezione: adeguato riposo e assunzione di liquidi sono importanti per aiutarci a guarire più velocemente. I farmaci antipiretici e gli analgesici sono spesso utilizzati per il trattamento al bisogno di febbre e sintomatologia dolorosa. L’assunzione di alimenti ricchi di vitamine o il ricorso a integratori sembra poi utile ad accelerare il decorso, sostenendo il sistema immunitario. Che si tratti di influenza o di forme parainfluenzali, il ricorso agli antibiotici è invece sempre da evitare, a meno che non sia il medico a prescriverli, avendo riconosciuto i sintomi di una sovrainfezione batterica. Dato che, normalmente, si tratta di infezioni virali, non è infatti raccomandato l’uso di antibiotici, che sono inefficaci contro i virus. In alcuni molto selezionati casi, specialmente in pazienti ad alto rischio, il medico può prescrivere farmaci antivirali. Se i disturbi influenzali o simil-influenzali persistono per più di alcuni giorni o tendono a peggiorare è sempre bene consultare il proprio medico per scongiurare il rischio di complicanze come la polmonite.
L’influenza è una delle poche malattie infettive che ognuno di noi sperimenta più volte nel corso della propria esistenza, indipendentemente dall’età, dallo stile di vita e dal luogo in cui vive. Per quanto riguarda l’influenza vera e propria, la vaccinazione rimane la forma più efficace di prevenzione, specialmente nelle categorie a maggior rischio di complicanze, ovvero donne in gravidanza, bambini tra i 6 mesi e i 5 anni, soggetti con malattie croniche o che assumono farmaci immunosoppressori, gli anziani e gli obesi gravi. Diversamente da quanto accade per l’influenza, al momento non sono invece disponibili vaccini per i virus parainfluenzali. Visto però che la trasmissione sia dei virus influenzali sia di quelli parainfluenzali avviene per via aerea attraverso le gocce di saliva o muco e attraverso il contatto con superfici contaminate, è possibile contrare su un’altra valida strategia di prevenzione: l’osservazione di alcune semplici misure d’igiene. Tra i principali accorgimenti da prendere per ridurre il rischio di infezione rientrano i seguenti:
- mantenere le mani pulite: lavarle regolarmente con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi (specialmente dopo aver starnutito o tossito) e asciugarle;
- utilizzare disinfettanti per le mani a base alcolica in assenza di acqua;
- evitare di toccarsi occhi, naso e bocca
- evitare contatti stretti con persone malate
- far areare gli ambienti
- evitare i luoghi troppo affollati, in cui il rischio contagio è più elevato.
Altri accorgimenti utili per ridurre le possibilità di ammalarsi sono inoltre:
- ridurre l’esposizione a sbalzi termici
- evitare ambienti troppo caldi o troppo freddi
- scegliere un abbigliamento adeguato: nelle stagioni di transizione, è sempre meglio vestirsi a strati
- seguire una dieta corretta, ricca di frutta e verdura che contengono vitamine e altre sostanze benefiche che rafforzano il sistema immunitario e gli permettono di funzionare al meglio
- fare una regolare attività fisica, in quanto l’esercizio moderato sembrerebbe ridurre il rischio di ammalarsi
- proteggere la gola da vento e freddo.
Infine, quando ci si ammala, è utile seguire alcune semplici regole di buon senso per evitare di infettare le altre persone. I principali consigli in questo caso sono:
- stare a riposo a casa fino a completa guarigione
- evitare contatti stretti con familiari e altre persone
- coprire naso e bocca con un fazzolettino di carta o con il gomito quando si starnutisce o tossisce, e non con le mani che sono uno dei principali veicoli di diffusione dei virus
- pulire spesso oggetti e superfici con cui si entra in contatto di frequente (maniglie delle porte, telefoni, utensili, tastiera del computer, ecc.)
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Ultimo aggiornamento: 01/04/2021 | MAT-IT-2100561
INDICE
- QUALI SONO LE STAGIONI DELLA CLASSICA INFLUENZA
- INFLUENZA AUTUNNALE: L’INIZIO DELLA STAGIONE DEI MALANNI
- SINTOMI DELL’INFLUENZA AUTUNNALE: È SEMPRE INFLUENZA?
- INFLUENZA AUTUNNALE E SIMILI: INDICAZIONI E TERAPIA
- PREVENZIONE DELL’INFLUENZA E DELLE INFEZIONI ANALOGHE: COSA FARE?
- BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE