Conosciuto anche come Febbre Enterica o Tifo Addominale, il Tifo, o Febbre Tifoide, è una malattia causata dal batterio Salmonella enterica sierovariante typhi (o più comunemente Salmonella Typhi).
Cos’è il Tifo?
Conosciuto anche come Febbre Enterica, Tifo Addominale o Febbre Tifoide, il Tifo è una malattia causata dal batterio Salmonella enterica sierovariante typhi (o più comunemente Salmonella Typhi) che se non trattata ha un tasso di mortalità superiore al 10%.
L’unico vettore della Febbre Tifoide è l’uomo.
Quali sono i sintomi del Tifo?
Nei pazienti affetti da questa malattia sistemica (ovvero che tende a colpire in modo diffuso tutto il sistema cellulare) si manifesta una febbre con esordio progressivo. Infatti, dopo una o due settimane di incubazione, la temperatura corporea sale, arrivando a toccare i 39 e i 40 gradi.
Gli altri sintomi tipici della Febbre Tifoide sono:
- Diffuso senso di debolezza
- Tosse
- Roseole (esantemi maculari sul tronco)
- Ingrossamento della milza e del fegato
- Dolori addominali
- Mal di testa
- Perdita di appetito
A volte possono verificarsi anche episodi di diarrea, emorragie o perforazioni intestinali.
In assenza di trattamento la malattia progredisce con febbre sostenuta, bradicardia, epatosplenomegalia, sintomi addominali e polmonite.
Dalla terza settimana, i casi che non vengono trattati, possono manifestare complicazioni gastrointestinali anche molto gravi.
Come si diffonde il Tifo?
Durante l’infezione i batteri possono spostarsi anche nel sangue e nell’intestino da cui passano poi nelle feci e nelle urine delle persone infette, permettendo la trasmissione dell’infezione ad altri individui.
Il contagio può avvenire:
- per via diretta attraverso le feci
- per via indiretta:
- tramite l’ingestione di cibi o bevande maneggiate da persone infette
- tramite la contaminazione, attraverso gli scarichi fognari, dell’acqua usata per bere o per lavare il cibo
I soggetti rimangono contagiosi fino alla fine della prima settimana di convalescenza, ma il 10% tra quelli che non ricevono un adeguato trattamento disperdono i batteri fino a tre mesi dopo la guarigione. Inoltre, il 2-5% delle persone non trattate può anche diventare portatore cronico della malattia.
Dov’è presente il Tifo?
Le aree in cui la Febbre Tifoide è più diffusa sono quelle con un maggior degrado ambientale, con scarse condizioni igieniche.
Anche molluschi e crostacei possono essere fonte di contagio se i fondali nei quali vivono sono contaminati dalle fogne.
Come proteggersi dal Tifo?
Per prevenire il contagio da Tifo epidemico occorre mettere regolarmente in pratica le comuni norme d’igiene personale, in particolare il lavaggio delle mani dopo l’uso del bagno e prima del contatto col cibo. Inoltre, è importante controllare i sistemi di fognatura e il contatto con le mosche (che possono trasportare il batterio).
L’attenzione nella scelta degli alimenti e delle bevande risulta fondamentale nelle zone a rischio:
- Bere acqua sigillata
- Evitare bevande con ghiaccio
- Mangiare cibo ben cotto (compresa frutta e verdura)
È possibile prevenire il contagio da tifo, grazie alla vaccinazione e al rispetto delle norme igieniche citate.
Bibliografia essenziale
Epicentro - Istituto Superiore di Sanità:
https://www.epicentro.iss.it/tifoide/
(ultimo accesso in data 14/12/2020)
Ultimo aggiornamento: 13/01/2021 | MAT-IT-2002595